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Reinventare un'opera d'arte

In queste immagini abbiamo riproposto fotograficamente alcune di queste opere reinterpretandole in chiave interculturale. L’ultima cena di Leonardo diventa così un banchetto “multiculturale”, a cui partecipano uomini di tutte le etnie, identificate dagli abiti che i personaggi indossano e dal cibo sulla tavola; quasi a voler salvaguardare la sacralità di una mensa che accoglie ogni uomo, senza distinzioni e che aspira a fare della convivialità un’occasione di pace e integrazione.

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I due soggetti scelti di Caravaggio, nelle opere realizzate dai nostri studenti, rivestono nuovi panni. Il Fanciullo con canestro di frutta  è diventato una fanciulla brasiliana e Il bacchino malato un giovane adolescente occidentale, ebbro e malinconico come il soggetto ispiratore. L’intento è quello di ricordare all’uomo contemporaneo che la bellezza è ovunque e porta con sé quel velo di fragilità che già Caravaggio aveva rappresentato.

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La stanza rossa di Matisse cita realisticamente la Bielorussia attraverso il cibo ritratto sulla tavola, mentre la figura della cameriera, che ritrae una giovane studentessa, esaspera il gioco tra realtà e finzione, forzando iperbolicamente l’intenzionale bidimensionalità della rappresentazione.

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Questo gioco straniante tra arte, cibo e realtà viene riproposto anche nell’immagine ispirata a Andy Warhol in cui viene riprodotta in serie una bottiglia di vodka russa.

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Il tutto serve a raccontare l’interpretazione interculturale dei giovani studenti di alcune opere d’arte e a valorizzare il messaggio che hanno voluto attribuirgli di ideale sintonia tra "mondi diversi".

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